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5 regole base di dizione


La dizione

Sono un'insegnante di Lettere e vivo in un territorio dove le parole si interrompono poco prima della fine, le "ST" vengono pronunciate alla tedesca e molte vocali sono chiuse, anzi chiusissime. Questo succede intorno a me, a scuola, per le strade.


Per questo, durante le lezioni di italiano (soprattutto quelle dedicate alla poesia), cerco di dare qualche semplice regola di dizione. So benissimo che non riuscirò a cambiare nella sostanza il modo di parlare di tutti, ma almeno provo a offrire qualche riferimento di dizione e a introdurre l'attenzione su un aspetto ahimè completamente sottovalutato.


Se in Inglese si cura la pronuncia (o almeno si tenta di farlo), perché non dire che anche le parole italiane hanno le loro regole di suono?

Che tu sia nella scuola del primo ciclo o in quella successiva, ecco 5 regole semplici da poter dare ai tuoi allievi e facilmente osservabili.


1) Le vocali alfabetiche sono CINQUE: "a", "e", "i", "o", "u". Lo sappiamo tutti.

Le vocali fonetiche sono, invece, SETTE e possiamo metterle in questo ordine: “a", "è" (aperta), "é" (chiusa), "i", "ó" (chiusa), "ò" (aperta), "u".


2) Ogni parola italiana finisce con vocali chiuse.

Si dice "perché" (con la seconda é chiusa) e non "perchè" (con la è aperta). La seconda opzione è concessa solo ai milanesi DOC.


3) I dittonghi sono solitamente aperti. Si dice "dièta", "mièle"... ma anche "dièci", "ièri", "cavalière", "lièto" e "diètro".


4) La "S” è sorda o aspra, come nelle parole "sole", "rosso", "cascare", ed è “Ssonora o dolce, come nelle parole "rosa"," asilo", "vaso".


5) La “zaspra o sorda italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo “calza” e deriva spesso dalla “-ti-“ seguita da vocale del latino classico.

Come per esempio: Pretium - prezzo, tertium - terzo, facetia - facezia.

La “zdolce o sonora italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo “zero” e deriva spesso dalla “-di-“ seguita da vocale del latino classico.

Prandium - pranzo, radius - razzo.

Queste sono solo 5 regole per me base (del tutto soggettive), ma la dizione apre un mondo ampio e molto complesso.

Per iniziare con un breve approfondimento, puoi scaricare qui il pdf.

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