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Perché usare un blog nella didattica?


Per rispondere a questa domanda all'inizio di settembre sono stata invitata a tenere il mio primo corso in un Workshop dedicato alla Certificazione delle competenze per una rete di scuole di Chieti

È stata l'occasione per analizzare alcuni delle maggiori piattaforme per la creazioni dei siti internet (Wix e Wordpress) e confrontare i blog più interessanti creati da alcuni insegnanti italiani. Il mondo della scuola è ricco di docenti preparati al digitale e pronti a condividere i loro materiali come per esempio il Maestro Roberto che ho messo a confronto con il prof. Massimo Rossi, un docente di Liceo. Due blog completamente diversi per impostazione e contenuti.

Se sei un insegnante e vuoi aprire un blog, fallo subito ed ecco 6 buone ragioni per non perdere altro tempo.


:Step 1

…anzi tre. Ho aperto un blog perché spinta dall'esigenza di narrare un'esperienza scolastica che mi aveva permesso di coltivare una mia passione (il cinema) e di scoprirne una nuova (il teatro).

Inoltre avevo anche voglia di scrivere un testo che non fosse un relazione, un verbale o una tabella di programmazione. Volevo liberare le mani e sciogliere la lingua.

Ho quindi riscoperto il piacere della scrittura perché sul blog potevo parlare di tutti quegli argomenti che catturavano la mia attenzione. Come faccio qui, dove per esempio scrivo recensioni di spettacoli che vedo, di libri che leggo.


:Step 2

Quante volte sono ricorsa alla rete per cercare idee o spunti per un lavoro da fare in classe? Ho quindi cominciato a inserire sul blog racconti di esperienze allegando verifiche e immagini.

Durante il corso nella scuola Mezzanotte di Chieti

:Step 3

Mi sono trovata più volte a insegnare in scuole senza Lim o computer a disposizione e il sito mi è stato utile per mostrare ai miei studenti video o contenuti che non potevo usare in ambiente scolastico per mancanza di tecnologie. I ragazzi a casa avevano computer, smartphone o iPad oppure, ancor meglio, si potevano riunire a casa di qualche compagno e guardare insieme un video.

Se in classe spiegavo Carlo Magno, sul sito inserivo il video di un documentario. Se trattavamo la Rivoluzione Americana, creavo un gioco per osservare i documenti.

:Step 4

Inizialmente i post erano semplici con un solo video o qualche allegato. Nel tempo il post è diventato il contenitore di una vera e propria lezione che mi permette di sperimentare le nuove strategie come la flippedclassroom e la webquest o di creare una lezione che non esiste perché risente della mia impostazione personale.

A scuola studiamo il genere Horror? Bene, allora ti propongo un video musicale, un racconto e un trailer di un film.

:Step 5

Insegnare e riflettere: due azioni che si dovrebbero dare più spesso appuntamento nella nostra quotidianità di insegnanti.

Come per esempio questo post in cui racconto non solo il lavoro svolto sulla Fantascienza, ma in che modo ho creato un sapere digitale.

Il blog si è nel tempo trasformato in un archivio di attività e documenta il mio lavoro con precisione disegnando le traiettorie dei miei percorsi didattici. Conserva le date, tiene il tempo, segna il passo del cammino.

:Step 6

Se un alunno svolge una buona ricerca posso oggi premiarlo publicando il suo lavoro. In questo post ho condiviso per esempio l'intervista di una mia studentessa.

Rendere pubblico un lavoro vuol dire anche insegnare la responsabilità. Gli studenti sono abituati a produrre materiali (come temi, ricerche, power point) che restano in aula. Mentre se pubblico un articolo sono sottoposto al controllo della rete.

In questo modo la vita entra nella scuola e ciò che faccio a scuola esce dal perimetro dell'aula e raggiunge potenzialmente tanti lettori sconosciuti e anche quelli conosciuti, come per esempio i genitori che posso osservare quanto lavoro c'è in un a scuola.

Di tutto questo e di altro ancora ho parlato nei miei incontri di formazione dedicati alle competenze digitali.


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