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Terraferma, storie di immigrazioni


Terraferma, diretto da Emanuele Crialese nel 2011, è il film scelto dalla rete dei Percorsi di Legalità in collaborazione con la Prefettura di Chieti e con l'Associazione "Libera Formazione".

Due cose colpiscono durante la visione del film.

#La prima, i personaggi.

Filippo è il giovane protagonista che si trova tra due mentalità opposte: quella del nonno Ernesto e quella dello zio Nino.

Il primo è un vecchio pescatore che rispetta la legge del mare. Il secondo, più giovane, è invece proiettato sulla legge degli uomini.

Pronto a sfruttare bellezze della sua terra per incentivare il turismo, lo zio Nino pare non volersi interessare dei problemi della politica o della legalità.


Locandina di Terraferma

#Secondo aspetto. Un attento spettatore è colpito da due scene speculari e metaforiche.

La prima girata in una giornata di sole, con un gruppo di turisti che fa un giro in mare sotto la guida di uno scatenato Beppe Fiorello animatore turistico.

Sebbene la scena sia colma di gioia, appena appare dopo uno stacco netto con il resto delle immagini, impressiona per il numero di persone stipate sulla barca pronte a tuffarsi in un mare bellissimo. Anche qui lo spettatore attento si pone una domanda: è legale trasportare tutte queste persone?

Pochi minuti dopo, è notte e il timido protagonista fa fare un giro in barca a una spensierata turista.

Entrambi, partiti per una gita e con ben altri programmi in testa, si ritrovano in mezzo a una tragedia: immigrati disperati arrivano a nuoto e, vedendoli, tentano di salire sul piccolo gommone. La scena è drammatica perchè il loro tentativo pone lo spettatore di fronte a un bivio: aiutare i cladestini o abbandonandoli al loro destino?

Il giorno dopo, il giovane vedrà portati dalle onde del mare molti di quei disperati scacciati la sera prima. Ma per molti di loro, il viaggio è finito nel peggiore dei modi.

In una spiaggia affollata di vacanzieri in costume da bagno, arrivano cadaveri e uomini disidratati.

In queste due scene è racchiuso il senso di tutte le contraddizioni dell'Italia.

Da una parte c'è un Paese, distratto e pronto a divertirsi e a sfruttare il benessere.

Dall'altro lato troviamo gli immigrati provenienti da chissà dove e attratti dalle promesse del Nostro Paese, che sono pronti a salire sulla barca ricolma di buone promesse.

Alcune domande nascono dalla visione del film:

qual è il sistema più umano? Qual è la legge più giusta? La legge degli uomini o quella del mare?


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