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Competenza: dall'osservazione alla certificazione


Cosa c'entra Barry Lyndon con la scuola?

In generale niente, ma la risposta che Redmond Barry dà all'ufficiale in questa sequenza mi fa pensare a quella che ci danno spesso i nostri studenti quando li sgridiamo.

Barry viene accusato di essere pigro, irrisolto e senza principi. Di fronte a questo duro giudizio, si giustifica così:

1. spera che l'ufficiale si sbagli;

2. è colpa dei compagni;

3. ha fatto quello che fanno tutti;

4. non ha avuto un amico o un protettore che gli dicesse che era degno di migliorare.


Quest'ultima frase mi colpisce perché penso che Redmond Barry, proprio come uno studente indisciplinato, tra le tante scuse che adduce, afferma anche qualcosa di vero.


Per me la didattica per competenze serve essenzialmente a questo: mi indica il modo in cui dire a ognuno che è degno di migliorare.


Negli ultimi anni nella scuola italiana non si fa altro che parlare di competenze. C'è chi le ama e chi le odia. Chi le vive con entusiasmo e chi le rifiuta.

Per alcuni docenti questo tipo didattica è il male della scuola, per altri è il futuro.

Difficile orientarsi in questo ginepraio di visioni.

Da educatori siamo, però, chiamati a interrogarci sulla nostra professione e l'invito ci è rivolto anche dall'Agenda 2030 che indica 17 obiettivi per il nostro pianeta Terra.


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