Io ho un punto debole: non mi ricordo mai le password.
Le scelgo con cura tra mille combinazioni alfa numeriche e associazioni logiche e affettive e poi... le scordo!
Però una volta recuperate e una volta usate, mi riempiono di soddisfazioni.
Grazie a loro, posso accedere alla posta, relazionarmi con i contatti, ascoltare musica e condividere immagini. Insomma mi aprono un mondo. Anzi, tanti.
In questo momento di inizio anno scolastico, mi sento più che mai in un momento di cambiamento perchè mi trovo a fare i conti con nuovi colleghi e nuovi alunni.
Ho bisogno di trovare qualcosa che mi faciliti questo passaggio, che mi apra le porte della scuola e delle aule.
Allora parto dalle parole. Tra le tante che mi ballano in testa ne scelgo tre:
1# competenze
Quelle degli studenti, ma anche le mie.
E già, perché la scuola sta cambiando.
A noi docenti si richiede di osservare le competenze degli allievi, di certificarle, ma anche di evidenziare le nostre.
Ci sono tanti lavori interessanti su questo argomento.
Ne scelgo uno: quello portato avanti da Federico Batini, che a questo tema ha dedicato vari lavori, tutti editi dalla Loescher (si trovano anche gratuitamente in rete, basta saper cercare).
Ho avuto modo di conoscere personalmente Batini nel corso di una conferenza tenuta da lui e, anche in quella occasione, ne ho apprezzato la preparazione e la chiarezza. La pubblicazione presenta in modo ordinato tante ricche proposte e percorsi, che possono essere utilizzati in vari ambiti disciplinari e in ogni ordine di scuola.
2# passione
Una parola che ha ispirato questo blog e che ritrovo in alcuni articoli raccolti nella Scuola di fantasia di Gianni Rodari e pubblicati da Enaudi.
Tra le pagine più interessanti, leggiamo una bellissima riflessione sul rapporto tra Educazione e Passione:
“Vedere i bambini felici non ci può bastare.
Dobbiamo vederli appassionati a ciò che fanno, a ciò che dicono, a ciò che vedono”.
E poi il discorso si sposta sui docenti: cosa succede se siamo noi a cedere e ad abbandonarci a una vita senza passione, a non provare rabbia per come va il mondo? E se invece l’adulto è tra quelli che pensano che una vita senza passione è degna d’un albero, d’un gatto, ma non d’un uomo, come può comunicare e coinvolgere i suoi allievi?
Il libri di Rodari, lo so, sanno di antico. Apparentemente parlano di una scuola (e di un mondo) che non c’è più, e, invece, sono ancora attuali.
Perchè Rodari ha osservato da vicino i bambini e, di conseguenza, noi insegnanti.
Perchè Rodari scrive guardandoci dritto negli occhi e descivendoci nella nostra pratica di insegnamento quotidiana.
3# stile
Lavorare con metodo è fondamentale. Come non citare a proposito le parole di Massimo Recalcati nel suo libro L’ora di lezione (Einaudi):
“Chi sono gli insegnanti che non abbiamo mai dimenticato?
Sono quelli che ricordiamo non tanto per ciò che ci hanno insegnato ma per come ce lo hanno insegnato.
Ciò che conta nella formazione di un bambino o di un giovane non è tanto il contenuto del sapere, ma la trasmissione dell'amore per il sapere (…). I bravi insegnanti sono quelli che hanno saputo fare esistere dei mondi nuovi con il loro stile. Sono quelli che non ci hanno riempito le teste con un sapere già morto, ma quelli che vi hanno fatto dei buchi”.
Un giornalista del New York Times ha condotto un sondaggio tra i lettori: ha chiesto loro con quale criterio scegliessero le password. È emerso che molti attribuiscono un valore motivazionale a quelle otto (o più) cifre e lettere.
Allora lo faccio anche io. Tre parole per iniziare un anno scolastico, per cercare ispirazione lungo la strada, aprire nuovi orizzonti.
Questa volta per non dimenticarle le ho scritte qui così le posso recuperare facilmente: speriamo bene!
di E. M. in AreaDocenti