"A scuola mi hanno fatto queste domande:
Tu che libro saresti? Di che genere? Avrebbe un lieto fine o no?
Rispondere è un po’ complicato, perché impersonarsi in un libro o in qualsiasi altra cosa vuol dire analizzare l’oggetto in questione, trovarne le caratteristiche e paragonarle a quelle che abbiamo noi. Quindi bisogna capire chi siamo e guardare nel profondo della nostra personalità .
Ho scelto perciò questo libro:
Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri. Questo volume, pubblicato dalla Feltrinelli nel 2016, è un fumetto scritto da Tito Faraci, sceneggiatore di fumetti, e Simone Albrigi, noto fumettista.
Questo libro presenta uno stile unico nel suo genere: la parte sinistra, scritta da Tito Faraci, descrive la scena cercando di raccontare una storia di azione in cui il protagonista, Gregory Rosboff, cerca di scoprire la verità sulla sua famiglia.
Invece la parte destra, scritta da Simone Albrigi, illustra la scena descritta a sinistra, però apparentemente senza successo. L’illustrazione, infatti, è piena di fraintendimenti, che sdrammatizzano la vicenda, creando un contrasto fra una storia seria e un fumetto senza senso.
Credo che io mi impersoni in questo fumetto, perché anche in situazioni serie o noiose io cerco di rendere la vita più simpatica per sdrammatizzarla, anche se a volte potrei risultare inopportuno (come nel fumetto).
Il mio intento, chiaramente, non è quello di offendere. Questo modo di fare è appunto il mio stile: affronto la realtà senza appesantirla troppo. Nel frattempo, però, non tralascio il senso vero delle cose.
CURIOSITÀ:
Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri non è altro che un libro letto dal Gregory Rosboff anche nelle situazioni più inusuali.
Nella storia Max Middlestone, quindi, non ha nessuna importanza tranne che nel finale quando, Gregory, ormai in fin di vita, ha delle visioni di Max Middlestone (il protagonista del libro che sta leggendo) che gli confida una morale che ha una grande importanza nel libro, ma secondo me anche nella vita di tutti i giorni:
Nessuno può dirci cosa fare o non fare. Nella vita non c’è un singolo protagonista: ognuno è il protagonista della sua storia.
Mi rispecchio anche in questa morale, perché molte volte mi sottovaluto senza motivo per delle cose che non so fare o in cui non riesco; ma alla fine tutti dovremmo non soffermarci su delle cose che non sappiamo fare, ma cercare il motivo per cui ognuno di noi è speciale. E una volta trovato, esserne fieri."
Questo è un tema che avrei voluto scrivere io a 13 anni. Forse anche a 23. E perché non a 33 o non oggi? Ok, non facciamo i conti. Come si è capito,  non è farina del mio sacco, ma il frutto di una riflessione fatta da un mio studente, Francesco Valente, il giorno che ho proposto di partecipare al concorso annuale indetto dal Giralibro.
Pubblico le parole di Francesco qui, per premiarlo per avermi fatto conoscere un libro nuovo, che ho provveduto subito a fare entrare nella mia libreria.
di Francesco Valente 3°C della Scuola Secondaria di Primo Grado in TerzaMedia
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